Arazzeria medicea, Sacrificio di Alessandro
Sacrificio di Alessandro


L'arazzo, databile intorno alla metà del Cinquecento, fu realizzato su cartone di Francesco Salviati. La bordura, che incornicia la scena centrale, è caratterizzata da festoni di fiori e frutta, trofei compositi, putti, figure monocrome e da cartelle con scritte didacaliche che alludono all'episodio principale e al suo significato allegorico. La fonte seguita da Salviati è un passo dei Factorum et dictorum memorabilium di Valerio Massimo, in cui si racconta di un fanciullo che, sebbene bruciatosi con un carbone ardente durante un sacrificio rituale in cui aveva il ruolo di incensiere, non manifesta il suo dolore nel rispetto della solennità della funzione (Lib: III, cap. 3). Il suo senso, e dunque quello della figurazione dell'arazzo, può essere letto come un'esortazione o un elogio della patientia.



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